COSA ACCADE IN PARADISO

 

“Tenterò descrivere la inesprimibile, ineffabile, beatifica visione della tarda sera di ieri, quella che dal sogno dell'anima mi condusse al sogno del corpo per apparirmi ancor più nitida e bella al mio ritorno ai sensi. E prima di. accingermi a questa descrizione, che sarà sempre lontana dal vero più che non noi dal sole, mi sono chiesta: :' Devo prima scrivere, o prima fare le mie penitenze? ". Mi ardeva di descrivere ciò che fa la mia gioia, e so che dopo la penitenza sono più tarda alla fatica materiale dello scrivere.

Ma la voce di luce dello Spirito Santo — la chiamo così perché è immateriale come la luce eppure è chiara come la più sfolgo¬rante luce, e scrive per lo spirito mio le sue parole che son suono e fulgore e gioia, gioia, gioia— mi dice avvolgendomi l'anima nel suo baleno d'amore; " Prima la penitenza e poi la scrittura di ciò che è la tua gioia. La penitenza deve sempre precedere tut¬to, in te, poiché è quella che ti merita la gioia. Ogni visione nasce da una precedente penitenza e ogni penitenza ti apre il cammino ad ogni più alta contemplazione. Vivi per questo. Sei amata per questo. Sarai beata per questo. Sacrificio, sacrificio. La tua via, la tua missione, la tua forza, la tua gloria. Solo quando ti addor¬menterai in Noi cesserai di esser ostia per divenire gloria ".
Allora ho fatto prima tutte le mie giornaliere penitenze. Ma non le sentivo neppure. Gli occhi dello spirito " vedevano " la sublime visione ed essa annullava la sensibilità corporale. Comprendo, perciò, il perché i martiri potessero sopportare quei sup¬plizi orrendi sorridendo. Se a me, tanto inferiore a loro in virtù, una contemplazione può, effondendosi dallo spirito ai sensi cor¬porali, annullare in essi la sensibilità dolorifica, a loro, perfetti nell'amore come creatura umana può esserlo e vedenti, per la loro perfezione, la Perfezione di Dio senza velami, doveva accadere un vero annullamento delle debolezze materiali. La gioia della visione annullava la miseria della carne sensibile ad ogni sofferenza.
Ed ora cerco descrivere.

 Ho rivisto  il Paradiso. E ho compreso di cosa è fatta la sua Bellezza, la sua Natura, la sua Luce, il suo Canto. Tutto, insomma. Anche le sue Opere, che sono quelle che, da tant'alto, infor¬mano, regolano, provvedono a tutto l'universo creato. Come già l'altra volta, nei primi del corrente anno, credo, ho visto la Ss. Trinità. Ma andiamo per ordine.
Anche gli occhi dello spirito, per quanto molto più atti a so¬stenere la Luce che non i poveri occhi del corpo che non pos¬sono fissare il sole, astro simile a fiammella di fumigante luci¬gnolo rispetto alla Luce che è Dio, hanno bisogno di abituarsi per gradi alla contemplazione di questa alta Bellezza.
Dio è così buono che, pur volendosi svelare nei suoi fulgori, non dimentica che siamo poveri spiriti ancor prigionieri in una carne, e perciò indeboliti da questa prigionia. Oh! come belli, lucidi, danzanti, gli spiriti che Dio crea ad ogni attimo per esser anima alle nuove creature! Li ho visti e so. Ma noi... finché non torneremo a Lui non possiamo sostenere lo Splendore tutto d'un colpo. Ed Egli nella sua bontà ce ne avvicina per gradi.
 

Per prima cosa, dunque, ieri sera ho visto come una immensa rosa. Dico " rosa " per dare il concetto di questi cerchi di luce festante che sempre più si accentravano intorno ad un punto di un insostenibile fulgore.
Una rosa senza confini! La sua luce era quella che riceveva dal¬lo Spirito Santo. La luce splendidissima dell'Amore eterno. To¬pazio e oro liquido resi fiamma... oh! non so come spiegare! Egli raggiava, alto, alto e solo, fisso nello zaffiro immacolato e splen¬didissimo dell'Empireo, e da Lui scendeva a fiotti inesausti la Lu¬ce. La Luce che penetrava la rosa dei beati e dei cori angelici e la faceva luminosa di quella sua luce che non è che il prodotto della luce dell'Amore che la penetra. Ma io non distinguevo santi o angeli. Vedevo solo gli immisurabili festoni dei cerchi del pa¬radisiaco fiore.
Ne ero già tutta beata e avrei benedetto Dio per la sua bontà, quando, in luogo di cristallizzarsi così, la visione si aprì a più ampi fulgori, come se si fosse avvicinata sempre più a me per¬mettendomi di osservarla con l'occhio spirituale abituato ormai al primo fulgore e capace di sostenerne uno più forte.
E vidi Dio Padre: Splendore nello splendore del Paradiso. Linee di luce splendidissima, candidissima, incandescente. Pensi tei: se io lo potevo distinguere in quella marea di luce, quale doveva esser la sua Luce che, pur circondata da tant'altra, la annullava facendola come un'ombra di riflesso rispetto al suo splendere? Spirito... Oh! come si vede che è spirito! E' Tutto. Tutto tanto è perfetto. E' nulla perché anche il tocco di qualsiasì altro spinto del Paradiso non potrebbe toccare Dio, Spirito perfettis¬simo, anche con la sua immaterialità: Luce, Luce, niente altro che Luce.

 
Di fronte al Padre Iddio era Dio Figlio. Nella veste del suo Corpo glorificato su cui splendeva l'abito regale che ne copriva le Membra Ss. senza celarne la bellezza superindescrivibile3. Maestà e Bontà si fondevano a questa sua Bellezza. I carbonchi delle sue cinque Piaghe saettavano cinque spade di luce su tutto il Paradiso e aumentavano lo splendore di questo e della sua Persona glorificata.
Non aveva aureola o corona di sorta. Ma tutto il suo Corpo emanava luce, quella luce speciale dei corpi spiritualizzati che in Lui e nella Madre è intensissima e si sprigiona dalla Carne che è carne, ma non è opaca come la nostra. Carne che è luce. Questa luce si condensa ancor di più intorno al suo Capo. Non ad aureola, ripeto, ma da tutto il suo Capo. Il sorriso era luce e luce lo sguardo, luce trapanava4 dalla sua bellissima Fronte, senza ferite. Ma pareva che, là dove le spine un tempo avevano tratto sangue e dato dolore, ora trasudasse più viva luminosità.
Gesù era in piedi col suo stendardo regale in mano come nella visione che ebbi in gennaio, credo.
Un poco più in basso di Lui, ma di ben poco, quanto può es¬serlo un comune gradino di scala, era la Ss. Vergine. Bella co¬me lo è in Ciclo, ossia con la sua perfetta bellezza umana glori¬ficata a bellezza celeste.
 
Stava fra il Padre e il Figlio che erano lontani tra loro qualche metro. (Tanto per applicare paragoni sensibili). Ella era nel mezzo e, con le mani incrociate sul petto — le sue dolci, candidissime, piccole, bellissime mani — e col volto lievemente alzato — il suo soave, perfetto, amoroso, soavissimo volto — guardava, adorando, il Padre e il Figlio.
Piena di venerazione guardava il Padre. Non diceva parola, tutto il suo sguardo era voce di adorazione e preghiera e canto. Non era in ginocchio. Ma il suo sguardo la faceva più prostrata che nella più profonda genuflessione, tanto era adorante. Ella diceva: " Sanctus! ", diceva: " Adoro Te! " unicamente col suo sguardo.
Guardava il suo Gesù piena di amore. Non diceva parola. Ma tutto il suo sguardo era carezza. Ma ogni carezza di quel suo occhio soave diceva: " Ti amo! ". Non era seduta. Non toccava il Figlio. Ma il suo sguardo lo riceveva come se Egli le fosse in grem¬bo circondato da quelle sue materne braccia come e più che nell'Infanzia e nella Morte. Ella diceva: "Figlio mio!", "Gioia mia! ", " Mio amore! " unicamente col suo sguardo.
Si beava di guardare il Padre e il Figlio. E ogni tanto alzava più ancora il volto e lo sguardo a cercare l'Amore che splendeva alto, a perpendicolo su Lei. E allora la sua luce abbagliante, di perla fatta luce, si accendeva come se una fiamma la investisse per arderla e farla più bella. Ella riceveva il bacio dell'Amore e si tendeva con tutta la sua umiltà e purezza, con la sua carità, per rendere carezza a Carezza e dire: " Ecco. Son la tua Sposa e ti amo e son tua. Tua per l'eternità ". E lo Spirito fiammeggia¬va più forte quando lo sguardo di Maria si allacciava ai suoi fulgori.
E Maria riportava il suo occhio sul Padre e sul Figlio. Pareva che, fatta deposito dall'Amore, distribuisse questo. Povera im¬magine mia! Dirò meglio. Pareva che lo Spirito eleggesse Lei ad essere quella che, raccogliendo in sé tutto l'Amore, lo portasse poi al Padre e al Figlio perché i Tre si unissero e si baciassero di¬venendo Uno. Oh! gioia comprendere questo poema di amore! E vedere la missione di Maria, Sede dell'Amore!
 
Ma lo Spirito non concentrava i suoi fulgori unicamente su Maria. Grande la Madre nostra. Seconda solo a Dio. Ma può un bacino, anche se grandissimo, contenere l'oceano? No. Se ne empie e ne trabocca. Ma l'oceano ha acque per tutta la terra. Così la Luce dell'Amore. Ed Essa scendeva in perpetua carezza sul Padre e sul Figlio, li stringeva in un anello di splendore. E si allargava ancora, dopo essersi beatificata col contatto del Padre e del Figlio che rispondevano con amore all'Amore, e si stendeva su tutto il Paradiso,Ecco che questo si svelava nei suoi particolari... Ecco gli angeli. Più in alto dei beati, cerchi intorno al Fulcro del Cielo che è Dio Uno e Trino con la Gemma verginale di Maria per cuore Essi hanno somiglianzà più viva con Dio Padre. Spiriti perfetti ed eterni, essi sono tratti di luce, inferiore unicamente a quella di Dio Padre, di una forma di bellezza indescrivibile. Adorano... sprigionano armonie. Con che? Non so. Forse col palpito del loro amore. Poiché non son parole; e le linee delle bocche non smuovono la loro luminosità. Splendono come acque immobili percosse da vivo sole. Ma il loro amore è canto. Ed è armonia così sublime che solo una grazia di Dio può concedere di udirla senza morirne di gioia.
Più sotto, i beati. Questi, nei loro aspetti spiritualizzati, han¬no più somiglianzà col Figlio e con Maria. Sono più compatti, direi sensibili all'occhio e — fa impressione — al tatto, degli an¬geli. Ma sono sempre immateriali. Però in essi sono più marcati i tratti fisici, che differiscono in uno dall'altro. Per cui capisco se uno è adulto o bambino, uomo o donna. Vecchi, nel senso di decrepitezza, non ne vedo: Sembra che anche quando i corpi spiritualizzati appartengono ad uno morto in tarda età, lassù cessino i segni dello sfacimento della nostra carne. Vi è maggior impo¬nenza in un anziano che in un giovane. Ma non quello squallore di rughe, di calvizie, di bocche sdentate e schiene curvate pro¬prie negli umani. Sembra che il massimo dell'età sia di 40, 45 anni. Ossia virilità fiorente anche se lo sguardo e l'aspetto sono di dignità patriarcale.
Fra i molti... oh! quanto popolo di santi!... e quanto popolo di angeli! I cerchi si perdono, divenendo scia di luce per i turchini splendori di una vastità senza confini! E da lungi, da lungi, da questo orizzonte celeste viene ancora il suono del sublime alleluia e tremola la luce che è l'amore di questo esercito di angeli e beati...
 
Fra i molti vedo, questa volta, un imponente spirito. Alto, severo, e pur buono. Con una lunga barba che scende sino a metà del petto e con delle tavole in mano. Le tavole sembrano quelle cerate che usavano gli antichi per scrivere. Si appoggia con la mano sinistra ad esse che tiene, alla loro volta, appoggiate al ginocchio sinistro. Chi sia non so. Penso a Mosè o a Isaia. Non so perché. Penso così. Mi guarda e sorride con molta dignità. Null'altro. Ma che occhi! Proprio fatti per dominare le folle e penetrare i segreti di Dio.
Lo spirito mio si fa sempre più atto a vedere nella Luce. E vedo che ad ogni fusione delle tre Persone, fusione che si ripete con ritmo incalzante ed incessante come per pungolo di fame insaziabile d'amore, si producono gli incessanti miracoli che sono le opere di Dio.
Vedo che il Padre, per amore del Figlio, al quale vuole dare sempre più grande numero di seguaci, crea le anime. Oh! che bello! Esse escono come scintille, come petali di luce, come gem¬me globulari, come non sono capace di descrivere, dal Padre. E' uno sprigionarsi incessante di nuove anime... Belle, gioiose di scendere ad investire un corpo per obbedienza al loro Autore. Come sono belle quando escono da Dio! Non vedo, non Io posso vedere essendo in Paradiso, quando le sporca la macchia originale.
Il Figlio, per zelo per il Padre suo, riceve e giudica, senza soste, coloro che, cessata la vita, tornano all'Origine per esser giudicati. Non vedo questi spiriti. Comprendo se essi sono giudicati con gioia, con misericordia, o con inesorabilità, dai mutamenti dell'espressione di Gesù. Che fulgore di sorriso quando a Lui si presenta un santo! Che luce di mesta misericordia quando deve separarsi da uno che deve mondarsi prima di entrare nel Regno! Che baleno di offeso e doloroso corruccio quando deve ripudiare in eterno un ribelle!
E' qui che comprendo ciò che è il Paradiso. E ciò di che è fatta la sua Bellezza, Natura, Luce e Canto. E' fatta dall'Amore. Il Paradiso è Amore. E' l'Amore che in esso crea tutto. E' l'Amore la base su cui tutto si posa. E' l'Amore l'apice da cui tutto viene.
 
Il Padre opera per Amore. Il Figlio giudica per Amore. Maria vive per Amore. Gli angeli cantano per Amore. I beati osannano per Amore. Le anime si formano per Amore. La Luce è perché è l'Amore. Il Canto è perché è l'Amore. La Vita è perché è l'A¬more. Oh! Amore! Amore! Amore!... Io mi annullo in Te. Io risorgo in Te, Io muoio, creatura umana, perché Tu mi consumi. Io nasco, creatura spirituale, perché Tu mi crei.
Sii benedetto, benedetto, benedetto, Amore, Terza Persona! Sii benedetto, benedetto, benedetto, Amore, che sei amore delle Due Prime! Sii benedetto, benedetto, benedetto, Amore, che ami i Due
che ti precedono! Sii benedetto Tu che mi ami. Sii benedett me che ti amo perché mi permetti di amarti e conoscerti , o Luce mia...                                                                                 
Ho cercato nei fascicoli, dopo aver scritto tutto questo, la cedente contemplazione del Paradiso. Perché? Perché diffido se pre di me e volevo vedere se una delle due era in contraddizione con l'altra. Ciò mi avrebbe persuasa che sono vittima di un inganno.
No. Non vi è contraddizione. La presente è ancor più nitida ma ha le linee essenziali uguali. La precedente è alla data 10 gennaio 1944 . E da allora io non l'avevo mai più guardata. Lo as¬sicuro come per giuramento.
 
 
Dice a sera Gesù:
 
« Nel Paradiso che l'Amore ti ha fatto contemplare vi sono unicamente i " vivi " di cui parla Isaia nel cap. 4, una delle profezie che saranno lette domani l'altro . E come si ottiene questo esser " vivi " lo dicono le parole susseguenti. Con lo spirito di giustizia e con lo spirito di carità si annullano le macchie già esistenti e si preserva da novelle corruzioni 8.
Questa giustizia e questa carità che Dio vi da e che voi gli dovete dare, vi condurranno e vi manterranno all'ombra del Tabernacolo eterno. Là il calore delle passioni e le tenebre del Nemico diverranno cosa innocua ' poiché saranno neutralizzate dal Protettore vostro Ss., che più amoroso di chioccia per i suoi nati vi terrà al riparo delle sue ali e vi difenderà contro ogni sopran naturale assalto. Ma non allontanatevi mai da Lui che vi ama.
Pensa, anima mia, alla Gerusalemme che ti è stata  mostrata.  Non merita ogni cura per possederla? Vinci. Io ti attendo. Noi  ti attendiamo. Oh! questa parola che vorremmo dire a tutti i  creati, almeno a tutti i cristiani, almeno a tutti i cattolici, possiamo dire a tanto pochi!
Basta perché sei stanca. Riposa pensando al Paradiso. »
 
 
Fonte: Da una Visione di Maria Valtorta

 

A  TE   CHE   HAI   PERDUTO
UNA   PERSONA   CARA
 
Don Bosco sogna sua madre
 

Don Bosco conservò vivissimo l’affetto per sua madre; ne parlava sempre con commozione; e più volte se la vide comparire in sogni che restarono indelebili nella sua mente.

Così nell’agosto del 1860 (quattro anni dopo la sua morte), gli parve d’incontrarla presso il Santuario della Consolata, mentre egli tornava all’Oratorio. Il suo aspetto era bellissimo.

— Ma come! Voi qui? — le disse Don Bosco —. Non siete morta?

— Sono morta, ma vivo — rispose Margherita.

— E siete felice?

— Felicissima!

Don Bosco le chiese se dopo morta fosse entrata subito in paradiso. Margherita rispose di no. Quindi le chiese se in paradiso vi fossero vari giovani dei quali fece i nomi; e Margherita rispose di sì.

— E ora — continuò Don Bosco — fatemi conoscere che cosa godete in paradiso.

— Non posso — rispose la mamma.

— Datemi almeno un saggio della vostra felicità.

 

Allora vide sua madre tutta splendente, ornata di una veste preziosissima, con un aspetto di maestà meravigliosa, e dietro a lei un coro numeroso. Poi si mise a cantare. Il suo canto d’amore a Dio, di una inesprimibile dolcezza, andava diritto al cuore, lo invadeva e lo attirava senza fargli violenza. Sembrava l’armonia di mille cori e di mille gradazioni di voci, che dai bassi più profondi salivano agli acuti più alti, con varietà di toni e differenza di modulazioni e vibrazioni più o meno forti, combinate con tanta arte, delicatezza e accordo che formavano un sol tutto. Don Bosco, a quella soavissima melodia, rimase come fuor di sé e non seppe più che cosa dire e domandare a sua madre. E Margherita, quando ebbe finito il canto, si rivolse a lui dicendo:

— Ti aspetto, perché noi due dobbiamo stare sempre insieme.

Proferite queste parole, disparve. - "

 

 Dopo un incidente un sacerdote viene portato a visitare

 Inferno, Purgatorio e Paradiso

Un pastore cattolico della Florida settentrionale afferma che durante un’"esperienza di premorte" (NDE, Near Death Experience) gli sarebbe stato mostrato l’aldilà, avrebbe anche visto sacerdoti e perfino vescovi sia in paradiso che nell'inferno.
Il sacerdote è Don Jose Maniyangat, della chiesa di S. Maria in Macclenny, e afferma che l'evento sarebbe avvenuto il 14 aprile 1985 - domenica della Divina Misericordia - quando ancora viveva nel suo Paese natale, l'India.Presentiamo questo caso lasciandolo al vostro discernimento.

Ora 54enne e ordinato sacerdote nel 1975, Don Maniyangat ricorda che si stava recando ad una missione per celebrare la Messa quando la moto che stava guidando - un mezzo di trasporto molto comune in quei luoghi - venne travolto da una jeep condotta da un uomo ubriaco.
Don Maniyangat ha raccontato a Spirit Daily che dopo l’incidente venne trasportato d’urgenza in un ospedale distante più di 50 chilometri e durante il tragitto accadde che «la mia anima uscì fuori dal corpo. Immediatamente vidi il mio angelo custode», spiega Don Maniyangat. «Inoltre vidi il mio corpo e le persone che mi stavano trasportando all'ospedale. Stavano gridando, e subito l'angelo mi disse, "Sto per portarti in Cielo. Il Signore desidera incontrarti". Disse però che prima voleva mostrarmi l'inferno e il purgatorio».
Don Maniyangat afferma che in quel momento, in un’orribile visione, l’inferno si aprì davanti ai suoi occhi. Era spaventoso. «Vidi Satana e persone che lottavano, che venivano torturate, e che gridavano» racconta il sacerdote. «E c’era anche il fuoco. Vidi il fuoco. Vidi persone che soffrivano e l'angelo mi disse che ciò era dovuto ai peccati mortali e al fatto che non si erano pentite. Quello era il punto. Erano impenitenti».
Il sacerdote racconta che gli venne spiegato che ci sono sette "gradi" o livelli di sofferenza negli inferi. Coloro che in vita hanno commesso "peccato mortale dopo peccato mortale" soffrono il calore più intenso. "Avevano dei corpi ed erano molto brutti, tanto crudeli e brutti, orribili", dice Don Maniyangat.
«Erano umani ma erano come mostri: spaventosi, delle cose dall’aspetto molto brutto. Ho visto persone che conoscevo ma non posso dire chi erano. L'angelo mi disse che non mi era permesso rivelarlo».
I peccati che li avevano condotti in quella condizione – spiega il sacerdote - erano trasgressioni come l’aborto, l’omosessualità, l’odio e il sacrilegio. Se si fossero pentiti, sarebbero andati in purgatorio - gli avrebbe detto l'angelo. Don Jose rimase sorpreso delle persone che vide nell'inferno. Alcuni erano sacerdoti, altri erano vescovi. «Ce n’erano molti, perché avevano fuorviato la gente» afferma il sacerdote [...]. «Erano persone che non mi sarei mai aspettato di trovare la».

Dopo di ciò, il purgatorio gli si aprì innanzi. Anche lì ci sono sette livelli - dice Maniyangat - e c’è il fuoco, ma è molto meno intenso di quello dell'inferno, e là non c’erano "liti o lotte". La sofferenza principale è data dal fatto che non possono vedere Dio. Il sacerdote afferma che le anime che erano in purgatorio potevano aver commesso numerosi peccati mortali, ma erano arrivate là in virtù del semplice pentimento - ed ora avevano la gioia di sapere che un giorno sarebbero andate in Cielo. "Ho avuto la possibilità di comunicare con le anime", dice Don Maniyangat, che dà l’impressione di essere una persona pia e santa. «Mi hanno chiesto di pregare per loro e di chiedere anche alla gente di pregare per loro». Il suo angelo, che era "molto bello, luminoso e bianco", difficile da descrivere a parole - dice Don Maniyangat, lo portò a quel punto in Paradiso. Allora un tunnel - come quello descritto in tanti casi di esperienze di premorte - si materializzò.
«Il Paradiso si aprì ed io sentii la musica, gli angeli che cantavano e che lodavano Dio» racconta il sacerdote. «Una musica bellissima. Non ho mai sentito una musica come quella in questo mondo. Ho visto Dio faccia a faccia, e Gesù e Maria, erano così luminosi e sfolgoranti. Gesù mi disse, "Ho bisogno di te. Voglio che torni indietro. Nella tua seconda vita, per il Mio popolo sarai uno strumento di guarigione, e camminerai in una terra straniera e parlerai una lingua straniera".». Di lì ad un anno, Don Maniyangat si trovava appunto in una terra lontana chiamata Stati Uniti.
Il sacerdote dice che il Signore era molto più bello di qualsiasi immagine esistente su questa terra. Il Suo Volto somigliava a quello del Sacro Cuore, ma era molto più luminoso, dice Don Maniyangat, che paragona questa luce a quella di "mille soli". La Madonna era accanto a Gesù. Anche in questo caso sottolinea che, le rappresentazioni terrene sono "solo un'ombra" di come Maria SS. è realmente. Il sacerdote afferma che la Vergine gli disse semplicemente di fare tutto ciò che suo Figlio aveva detto.
Il Paradiso, dice il sacerdote, ha una bellezza, una pace, e una felicità che sono "un milione di volte" superiori a qualsiasi cosa che conosciamo sulla terra.
«Ho visto anche là sacerdoti e vescovi», nota Don Jose. «Le nuvole erano differenti - non scure o cupe, ma splendenti. Bellissime. Molto luminose. E c’erano fiumi che erano differenti da quelli che si vedono qui. E’ quella la nostra vera casa. Non ho sperimentato mai nella mia vita quel genere di pace e di gioia».
Maniyangat dice che la Madonna e il suo angelo gli appaiono ancora. La Vergine appare ogni primo sabato, durante la meditazione mattutina. «E’ personale, e serve per guidarmi nel mio ministero», spiega il pastore, la cui chiesa si trova a trenta miglia dal centro di Jacksonville. «Le apparizioni sono private, non pubbliche. Il suo viso è sempre lo stesso, ma un giorno appare con il Bambino, un giorno come Nostra Signora delle Grazie, o come Nostra Signora dei Dolori. A seconda dell’occasione appare in modi diversi. Mi ha detto che il mondo è pieno di peccato e mi ha chiesto di digiunare, pregare e offrire la Messa per il mondo, perché Dio non lo punisca. Abbiamo bisogno di più preghiera. È preoccupata per il futuro del mondo a causa dell’aborto, dell’omosessualità e dell’eutanasia. Ha detto che se la gente non ritorna a Dio, ci sarà il Castigo».
Il messaggio principale, tuttavia, è di speranza: come tanti altri, Don Maniyangat ha visto che l’aldilà era pieno di una luce che guarisce, e al suo ritorno ha portato con sé un po’ di quella luce. Qualche tempo dopo ha fondato un ministero di guarigione e dice di aver visto persone guarire da ogni tipo di malattia, dall’asma fino al cancro. [...]
E’ stato mai attaccato dal diavolo? Sì, particolarmente prima delle funzioni religiose. E’ stato vessato. È stato assalito fisicamente. Ma questo è niente - afferma lui - in confronto alla grazia che ha ricevuto.
Ci sono casi di cancro, AIDS, problemi di cuore, ischemia arteriosa. Molte persone attorno a lui sperimentano il cosiddetto "riposo dello spirito" [la persona cade a terra e vi resta per un po’ di tempo in una specie di "sonno"; N.d.R.]. E quando accade ciò, sentono in loro la pace e a volte vengono segnalate anche guarigioni che sono un assaggio di ciò che lui ha visto e vissuto in Paradiso.

 

Sono stata in Paradiso

(Testimonianza di Vicka)

Padre Livio: Dimmi dove eravate e che ore erano.

Vicka: Eravamo nella piccola casa di Jakov, quando la Madonna è venuta. Era un pomeriggio, verso le 15,20. Sì, erano le 15,20.

Padre Livio: Non aspettavate l’apparizione della Madonna?

Vicka: No. Io e Jakov di ritorno da Citluk siamo andati a casa sua dove c’era sua mamma (Nota: La mamma di Jakov ora è morta). Nella casa di Jakov c’è una camera e una cucina. Sua mamma era andata a prendere qualcosa per prepararci da mangiare, perché un po’ più tardi avremmo dovuto andare in chiesa. Mentre aspettavamo, io e Jakov ci siamo messi a guardare un album di fotografie. Improvvisamente Jakov è andato giù dal divano prima ancora di me e ho capito che la Madonna era già arrivata. Subito ci ha detto: "Tu, Vicka, e tu, Jakov, venite con me a vedere il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno". Io mi sono detta: "Va bene, se così vuole la Madonna". Jakov invece ha detto alla Madonna: "Tu porta Vicka, perché loro sono in tanti fratelli. Non portare me che sono figlio unico". Diceva così perché non voleva andare.

Padre Livio: Evidentemente lui pensava che non sareste più tornati! (Nota: la riluttanza di Jakov è stata provvidenziale, perché rende ancora più credibile e reale il racconto).

Vicka: Sì, lui pensava che non saremmo più tornati e che saremmo andati per sempre. Io intanto pensavo quante ore o quanti giorni sarebbero stati necessari e mi chiedevo se saremmo andati in alto o in basso. Ma in un attimo la Madonna ha preso me per la mano destra e Jakov per la mano sinistra e il tetto si è aperto per lasciarci passare.

Padre Livio: Si è aperto tutto?

Vicka: No, non si è aperto tutto, ma solo quella parte che era necessaria per farci passare. In pochi istanti siamo arrivati in Paradiso. Mentre salivamo, vedevamo giù in basso le case piccole, più piccole di quando si vedono dall’aereo.

Padre Livio: Ma tu guardavi giù sulla terra, mentre venivate portati in alto?

Vicka: Mentre venivamo portati in alto, guardavamo giù.

Padre Livio: E che cosa vedevate?

Vicka: Tutto molto piccolo, più piccolo di quando si va in aereo. Intanto pensavo: "Chissà quante ore o quanti giorni ci vogliono!". Invece in un momento siamo arrivati. Ho visto un grande spazio....

Padre Livio: Senti, ho letto in qualche parte, non so se è vero, che c’è un porta, con una persona piuttosto anziana accanto.

Vicka: Sì, sì. C’è una porta di legno.

Padre Livio: Grande o piccola?

Vicka: Grande. Sì, grande.

Padre Livio: E’ importante. Significa che vi entra tanta gente. La porta era aperta o chiusa?

Vicka: Era chiusa, ma la Madonna l’ha aperta e noi vi siamo entrati.

Padre Livio: Ah, come l’ha aperta? Si è aperta da sola?

Vicka: Da sola. Siamo andati verso la porta che si è aperta da sola.

Padre Livio: Mi pare di capire che la Madonna è davvero la porta del cielo!

Vicka: A destra della porta c’era S. Pietro.

Padre Livio: Come hai fatto a sapere che era S. Pietro?

Vicka: Ho capito subito che era lui. Con una chiave, piuttosto piccolo, con la barba, un po’ tarchiato, con i capelli. E’ rimasto uguale.

Padre Livio: Era in piedi o seduto?

Vicka: In piedi, in piedi, vicino alla porta. Appena entrati, siamo andati avanti, camminando, forse tre, quattro metri. Non abbiamo visitato tutto il Paradiso, ma la Madonna ce lo ha spiegato. Abbiamo visto un grande spazio avvolto da una luce che non esiste qui sulla terra. Abbiamo visto le persone che sono né grasse, né magre, ma tutte uguali e hanno vesti di tre colori: il grigio, il giallo e il rosso. Le persone camminano, cantano, pregano. Ci sono anche dei piccoli Angeli che volano. La Madonna ci ha detto: "Guardate quanto sono felici e contente le persone che si trovano qui in Paradiso". E’ una gioia che non si può descrivere e che qui sulla terra non esiste.

Padre Livio: La Madonna vi ha fatto capire l’essenza del Paradiso che è la felicità che non finisce mai. "In cielo c‘è la gioia", ha detto in un suo messaggio. Vi ha fatto poi vedere le persone perfette e senza alcun difetto fisico, per farci comprendere che, quando ci sarà la resurrezione dei morti, avremo un corpo di gloria come quello di Gesù Risorto. Vorrei, però, sapere che tipo di vestito indossavano. Delle tuniche?

Vicka: Sì, delle tuniche.

Padre Livio: Arrivavano fino in fondo ai piedi o erano corte?

Vicka: Erano lunghe e arrivavano fino in fondo.

Padre Livio: Di che colore erano le tuniche?

Vicka: Grigio, giallo e rosso.

Padre Livio: Secondo te, hanno un significato questi colori?

Vicka: La Madonna non ce lo ha spiegato. Quando Lei vuole, la Madonna spiega, ma in quel momento non ci ha spiegato perché hanno le tuniche di tre diversi colori.

Padre Livio: Come sono gli Angeli?

Vicka: Gli angeli sono come dei piccoli bambini.

Padre Livio: Hanno il corpo completo o solo la testa come nell’arte barocca?

Vicka: Hanno tutto il corpo.

Padre Livio: Indossano anche loro delle tuniche?

Vicka: Sì, ma sono corte.

Padre Livio: Si vedono le gambine allora?

Vicka: Sì, perché loro non hanno le tuniche lunghe.

Padre Livio: Hanno delle piccole ali?

Vicka: Sì, hanno le ali e volano al di sopra delle persone che sono in Paradiso.

Padre Livio: Una volta la Madonna ha parlato dell’aborto. Ha detto che si tratta di un grave peccato e ne dovranno rispondere coloro che lo procurano. I bambini invece non hanno colpa di ciò e sono come dei piccoli Angeli in cielo. Secondo te, gli Angioletti del Paradiso sono quei bambini abortiti?

Vicka: La Madonna non ha detto che i piccoli Angeli in Cielo sono i bambini dell’aborto. Ha detto che l’aborto è un grande peccato e che ne rispondono quelle persone che lo hanno fatto, e non i bambini.

Padre Livio: Siete, poi, andati in Purgatorio?

Vicka: Sì, dopo siamo andati in Purgatorio.

Padre Livio: Avete fatto tanta strada?

Vicka: No, il Purgatorio è vicino.

Padre Livio: Vi ha portato la Madonna?

Vicka: Si, tenendoci per mano.

Padre Livio: Vi faceva camminare o volare?

Vicka: No, no, ci faceva volare.

Padre Livio: Ho capito. La Madonna vi ha trasportato dal Paradiso al Purgatorio, tenendovi per mano.

Vicka: Anche il Purgatorio è un grande spazio. In Purgatorio, però, non si vedono le persone, ma solo si vede una grande nebbia e si sente...

Padre Livio: Che cosa si sente?

Vicka: Si sente che le persone soffrono. Sai, si sentono dei rumori....

Padre Livio: Ho appena mandato alle stampe il mio libro: "Perché credo a Medjugorje", dove scrivo che nel Purgatorio si sentirebbero come dei pianti, delle grida, dei colpi...E’ esatto? Anch’io facevo fatica a trovare le parole giuste in lingua italiana per dare il senso di quello che tu dici in croato ai pellegrini.

Vicka: Non si può dire che si sentono dei colpi e neppure che si sentono dei pianti. Lì non si vedono le persone. Non è come il Paradiso.

Padre Livio: Che cosa si sente allora?

Vicka: Si sente che soffrono. E’ una sofferenza di diverso genere. Si sentono delle voci e anche dei rumori, come uno che si picchia...

Padre Livio: Si picchiano fra di loro?

Vicka: Si sente così, ma io non ho potuto vedere. E’ difficile, Padre Livio, spiegare una cosa che tu non vedi. Una cosa è sentire e un’altra è vedere. In Paradiso tu vedi che camminano, cantano, pregano, e quindi lo puoi riferire con esattezza. In Purgatorio si vede solo una grande nebbia. Le persone che si trovano lì aspettano le nostre preghiere per poter andare quanto prima in Paradiso.

Padre Livio: Chi ha detto che attendono le nostre preghiere?

Vicka: La Madonna ha detto che le persone che si trovano in Purgatorio aspettano le nostre preghiere per poter andare quanto prima in Paradiso.

Padre Livio: Senti, Vicka: la luce del Paradiso potremmo interpretarla come la divina presenza in cui sono immerse le persone che si trovano in quel luogo di beatitudine. La nebbia del Purgatorio, invece, che cosa sta ad indicare, secondo te?

Vicka: Per me, la nebbia è sicuramente un segno di speranza. Loro stanno soffrendo, ma hanno la certa speranza che andranno in Paradiso.

Padre Livio: Mi colpisce che la Madonna insista sulle nostre preghiere per le anime del Purgatorio.

Vicka: Sì, la Madonna dice che hanno bisogno delle nostre preghiere per andare prima in Paradiso.

Padre Livio: Allora le nostre preghiere possono abbreviare il Purgatorio.

Vicka: Se noi preghiamo di più, loro vanno prima in Paradiso.

Padre Livio: Adesso parlaci dell’Inferno.

Vicka: Sì. Prima abbiamo visto un grande fuoco.

Padre Livio: Toglimi una curiosità: si sentiva caldo?

Vicka: Sì. Eravamo abbastanza vicini e davanti a noi c’era il fuoco.

Padre Livio: Capisco. D’altra parte Gesù parla di "fuoco eterno".

Vicka: Sai, noi vi siamo stati con la Madonna. Per noi è stato un modo diverso. Capito?

Padre Livio: Sì, certo! Certo! Eravate solo spettatori e non attori di quel tremendo dramma.

Vicka: Abbiamo visto le persone che prima di entrare nel fuoco...

Padre Livio: Scusami: ma il fuoco era grande o piccolo?

Vicka: Grande. Era un grande fuoco. Abbiamo visto le persone che prima di entrare nel fuoco sono normali; poi, quando precipitano nel fuoco, vengono trasformati in orribili animali. Si sentono tante bestemmie e le persone che urlano e gridano.

Padre Livio: Questa trasformazione delle persone in orribili animali per me sta a significare lo stato di perversione dei dannati che ardono nelle fiamme dell’odio contro Dio. Toglimi ancora una curiosità: queste persone trasformate in bestie mostruose hanno anche le corna?

Vicka: Cosa? Le corna?

Padre Livio: Quelle che hanno i diavoli.

Vicka: Sì, sì. E’ come quando tu vedi una persona, per esempio una ragazza bionda, che prima di entrare nel fuoco è normale. Ma quando va giù nel fuoco e poi ritorna su, si cambia in una bestia, come se non fosse mai stata una persona.

Padre Livio: ci ha detto Marija, nell’intervista fatta a Radio Maria, che quando la Madonna vi ha fatto vedere l’Inferno durante l’apparizione senza però portarvi nell’aldilà, questa ragazza bionda, quando è uscita dal fuoco, aveva anche le corna e la coda. E’ così?

Vicka: Sì, certo.

Padre Livio: Il fatto che le persone trasformate in bestie abbiano anche le corna e la coda per me significa che sono diventati come dei demoni.

Vicka: Sì, è proprio un modo di essere simile a demoni. E’ una trasformazione che avviene rapidamente. Prima di precipitare giù nel fuoco, sono normali e quando ritornano su sono trasformati.

La Madonna ci ha detto: "Queste persone che si trovano qui all’Inferno vi sono andate con la loro propria volontà, perché loro vi hanno voluto andare. Quelle persone che qui sulla terra vanno contro Dio già incominciano a vivere un Inferno e poi solo continuano".

Padre Livio: Questo l’ha detto la Madonna?

Vicka: Sì, sì, lo ha detto proprio lei.

Padre Livio: La Madonna ha detto dunque, se non proprio con queste parole, però esprimendo questo concetto, che all’Inferno va chi ci vuole andare, ostinandosi ad andare contro Dio fino alla fine?

Vicka: Ci va chi vuole, certo. Va chi è contro la volontà di Dio. Chi vuole, va. Dio non manda nessuno. Tutti abbiamo la possibilità di salvarci.

Padre Livio: Dio non manda nessuno all’Inferno: l’ha detto la Madonna, o lo dici tu?

Vicka: Dio non manda. La Madonna ha detto che Dio non manda nessuno. Siamo noi che vogliamo andarci, per nostra scelta.

Padre Livio: Quindi, che Dio non manda nessuno lo ha detto la Madonna.

Vicka: Sì, ha detto che Dio non manda nessuno.

Padre Livio: Ho sentito dire o ho letto da qualche parte che la Madonna ha detto che non si deve pregare per le anime dell’Inferno.

Vicka: Per quelle dell’inferno, no. La Madonna ha detto che non si prega per quelle dell’Inferno, ma solo per quelle del Purgatorio.

Padre Livio: D’altra parte i dannati dell’Inferno non vogliono le nostre preghiere.

Vicka: Non le vogliono e non servono a niente.