Speciale Carnevale

Il Carnevale è la festa che precede il periodo di Quaresima.
In particolare, si festeggia da Giovedì Grasso a Martedì Grasso,
ultimo giorno di carnevale, che precede il Mercoledì delle Ceneri,
quando ha inizio la Quaresima.
Nella tradizione cattolica, il Carnevale,
oltre ad essere il periodo più allegro e stravagante dell’anno
è importante tempo di preparazione, dove feste,
divertimento, allegria, sfilate, schezi, dolciumi e mascheramenti
introducono e risaltano il senso della imminente Quaresima,
periodo di austerità, penitenza, digiuno e rinuncia.
La tradizione del Carnevale, se vissuta con buon senso e moderazione
può essere un ottimo spunto per insegnare ai bimbi e no solo,
il significato della Quaresima....
Questi festeggiamenti hanno, però, unicamente senso,
se si ha poi l'intenzione di vivere la Quaresima con intensità.
Slegato dall'impegno di un serio cammino quaresimale, il Carnevale,
finisce per essere soltanto l'ennesima pagliacciata consumistica.

LE REGOLE DEL BUON CARNEVALE

Farò scherzi :
SENZA OFFENDERE

Mi divertirò :
SENZA ESAGERARE

Mangerò cose buone :
RINGRAZIANDO IL SIGNORE
E PREGANDO PER CHI NON HA CIBO

Giocherò tanto :
PENSANDO A TUTTI I BAMBINI
CHE SONO COSTRETTI A LAVORARE

PREGHIERA PER IL BUONUMORE

Signore donami una buona digestione
e anche qualcosa da digerire.
Donami la salute del corpo
e il buonumore necessario per mantenerla.
Donami, Signore, un'anima semplice
che sappia far tesoro di tutto ciò che è buono
e non si spaventi alla vista del male
ma piuttosto trovi sempre il modo
di rimettere le cose apposto.
Dammi un'anima che non conosca la noia
i brontolamenti, i sospiri, i lamenti
e non permettere che mi crucci eccessivamente
per quella cosa troppo ingombrante
che si chiama "io".
Dammi, Signore, il senso del buonumore.
Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo
per scoprire nella vita un po' di gioia
e farne parte anche agli altri.
Amen.
(Tommaso Moro)

* Filastrocche di Carnevale *

Il vestito di Arlecchino
Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un'altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cuci'
fece un vestito stretto cosi'.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
"Ti assicuro e te lo giuro
che ti andra' bene li mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l'altro bolletta!".
(Gianni Rodari)

I Guerrieri dell'Allegria

Viva i coriandoli di carnevale,
bombe di carta che non fanno male !
Van per le strade in gaia compagnia
i guerrieri dell'allegria
si sparano in faccia risate
scacciapensieri,
si fanno prigionieri
con le stelle filanti colorate.
non servono infermieri
perché i feriti guariscono
con una caramella.
Guida l'assalto, a passo di tarantella,
il generale in capo Pulcinella.
Cessata la battaglia:
tutti a nanna.Sul guanciale
spicca come una medaglia
un coriandolo di Carnevale.
(G. Rodari)

Scherzi di Carnevale

Carnevale,
ogni scherzo vale.
Mi metterò una maschera
da Pantalone,
dirò che ogni mio starnuto
vale un milione.
mi metterò una maschera
da pagliaccio,
per far credere a tutti
che il Sole è di ghiaccio.
Mi metterò una maschera
da imperatore,
avrò un impero
per un paio d'ore:
per voler mio dovranno
levarsi la maschera
quelli che la portano
ogni giorno dell'anno...
E sarà il carnevale
più divertente
veder la faccia vera
di certa gente.
(G. Rodari)

Carnevale vecchio e pazzo

Carnevale vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane e vino
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia a un pallone.
Beve e beve e all’improvviso
gli diventa rosso il viso,
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia…
Così muore Carnevale
e gli fanno il funerale,
dalla polvere era nato
ed in polvere è tornato.
(Gabriele D’Annunzio)

Finalmente è Carnevale

Finalmente è carnevale
Ogni scherzo adesso vale,
sono giorni d'allegria
tutto è gioia e simpatia.
C'è letizia dentro i cuori
tutti i bimbi vanno fuori,
delle maschere è la festa
Arlecchino sempre in testa.
Più degli altri poverello
ma il vestito suo è il più bello,
di colori e luce pieno
sembra sia l'arcobaleno.
E' da sempre squattrinato
ma in amore fortunato,
ama quella mascherina
che si chiama Colombina.
E felice lui saltella
abbracciato alla sua stella,
è l'amico dei bambini
al suo cuor sempre vicini.

 

La storia del Carnevale
 

 Il Carnevale come lo conosciamo noi è indiscutibilmente un prodotto del Medioevo.
Il termine ha come concetto la privazione della carne; designa il giorno o i giorni che precedono il principale periodo di penitenza del cristianesimo: la quaresima. 
Le sue origini, però, affondano le radici nelle antiche usanze pagane come i saturnali, e i lupercali. 
A seconda dei luoghi ha inizio a Capodanno, all'Epifania, o alla Candelora (2 febbraio) e culmina nei giorni definiti "grassi", dal giovedì al martedì prima delle Ceneri.
A partire dal quattrocento, il Carnevale subirà una serie di attacchi. 
Dopo i tentativi di cristianizzazione a opera di moralizzatori come il Savonarola, sia la Controriforma, sia le Chiese cercheranno di sopprimere questa festa decisamente troppo pagana.
Durante i secoli, il Carnevale, ha stimolato la nascita di celebrazioni in forma di combattimento rituale, in cui venivano evidenziate le lotte fra varie parti di una stessa Città (quartieri, rioni, come ancor oggi avviene ad esempio nella battaglia delle arance di Ivrea), o fra classi sociali diverse dei cittadini. 
Così durante il Carnevale prendevano piede le battagliole fra circoscrizioni cittadine in cui i gruppi provenienti da tutta la popolazione si affrontavano a colpi di sassi, bastoni, (oggi sostituiti da manganelli di plastica).
Fra i nobili si organizzavano giochi di origine cortese dov'era importante dimostrare la propria prodezza nell'utilizzo delle armi.

Le tradizioni di Carnevale

Qui di seguito troverete una piccola descrizione sulle tradizioni carnevalesche che ancora esistono nelle regioni d'Italia.
Occorre precisare innanzi tutto che nel Carnevale sono confluite tali e tante feste ed usanze, antichi retaggi del mondo pagano che hanno il sapore dei riti d'inizio di un ciclo annuale, che risulta estremamente difficile dare un'interpretazione completa ed esauriente di quello che il Carnevale e queste feste significano.
Nel Carnevale, ad esempio, si è trasferita l'antica festa dei Saturnali, che in Roma aveva luogo durante il solstizio d'inverno tanto che, nel personaggio di Carnevale possiamo riconoscere un continuatore del Re dei Saturnali. E come questo veniva alla fine immolato, così il personaggio di Carnevale, dopo aver preso parte a tutte le manifestazioni di allegria e baldoria, viene processato, condannato e bruciato come avviene in molte zone d'Italia e come avveniva presso i romani il sacrificio del dio Saturno.
Naturalmente ad una morte fa generalmente contorno un testamento e così avviene, per esempio, ad Agnone, in Molise, dove un pupazzo rubicondo, coronato da re, viene trasportato, sopra un carro, per le vie del paese tra canti, suoni e schiamazzi. Fermatosi al largo della fontana viene processato e condannato a morte. Prima dell'esecuzione però, nel far testamento rivela tutte le malefatte della comunità: tradimenti, disonestà ecc. A Pettorano sul Gizio addirittura il testamento viene prima esaminato, censurato e visitato dalle autorità. A Staffolo, nelle Marche, il testamento sopravvive ma attraverso espressioni più piacevoli; così pure avviene a Forano nella Chiana ed in altre regioni del Sud. Questo "testamento gentile" è una discendenza diretta di composizioni popolareggianti assai diffuse fin dalla metà del XVI secolo; ha trovato sviluppi teatrali anche in Calabria ed in Toscana attraverso le farse di Carnevale e le befanate.
Se ne trovano tuttora sopravvivenze nel Nord, in Val Canonica e nelle bosinate in dialetto lombardo; ma quel che più caratterizza il Carnevale è indubbiamente l'allegria, il rito propiziatorio del benessere della comunità: canti, balli, scherzi, certe forme di licenziosità che hanno un originario e giustificativo carattere ritualistico.
Anche se la vita moderna ha attenuato di molto i motivi di interesse per il Carnevale, rimangono dei luoghi dove questi periodi di baldoria non sono scomparsi del tutto. E' il caso di Ivrea dove domina la bella Mugnaia che, secondo una leggenda medievale avrebbe ucciso il Marchese tiranno, un fantoccio che finisce bruciato. Segue al rogo imponente corteo guidato dal generale a cavallo seguito da cinque abbà con un'arancia infissa sulla spada. Tipica, in chiusura, è lotta a colpi d'arance tra squadre. Da sottolineare che in queste gare, diffuse anche altre città, fa sempre la sua comparsa l'arancia, a cui la leggenda popolare attribuisce poteri propiziatori.
Un altro Carnevale è quello di Viareggio, che si distingue dagli altri per la varietà e la grandiosità dei carri e dei fantocci simbolici. Abbiamo già citato, in apertura, i casi della morte o uccisione del Carnevale; essa in genere è preceduta dal trasporto del condannato per le vie della città, sorta di parodia, comica e macabra insieme, del corteo funebre.
Tra i vari pianti che accompagnano questi cortei, il più diffuso (dalla Romagna fino all'Italia meridionale) si racchiude in una quartina ripresa poi più avanti in una canzone che riscosse un grosso successo popolare: 
"Carnevale perché sei morto?
Pan e vino non ti mancava,
l'insalata era nell'orto,
Carnevale perché sei morto?".